La minchiata 2020

INCIPIT

Quando cresci e ripensi ai tuoi vent’anni, ti rendi conto con un sorriso che quelli erano gli anni della spensieratezza e delle minchiate (passateci il termine).

Quando cresci spesso l’istinto di fare minchiate non svanisce del tutto; e quindi ti sorprende la voglia di farne ancora qualcuna insieme ai tuoi amici, anche solo una all’anno,.

Con questo spirito da anni IL TEAM EFFEBIKE, nel pieno dello spirito amatoriale e goliardico che ci contraddistingue, organizza ogni anno “LA MINCHIATA”.

Dopo questo breve ma fondamentale incipit, possiamo parlare de…

LA MINCHIATA 2020 – DOPPIO STELVIO
(e pure qualcosa di più…)

Sarà stato in onore del mezzo motorizzato del nostro presidente o magari sarà stato che il COVID per un buon quarto dell’anno ci ha rinchiusi tra le nostre 4 mura domestiche costringendoci a pedalare come criceti sui rulli, trovandoci a rimirare dalla finestra o dal terrazzo il miglior marzo ed aprile dell’ultimo secolo andando a caccia di WATT e pedalate su ZWIFT … ma quest’anno la stronzata è stata ben architettata.

Le opzioni iniziali erano 2: San Gottardo con Tremolina oppure Stelvio.

Entrambe salite impegnative, paesaggi stupendi e quindi la scelta era ardua, ha vinto lo Stelvio; ma chissà che tra 365 giorni non ci ritroveremo qui a parlare del S. Gottardo?

Parte il sondaggione di gruppo, e ci ritroviamo ben presto ad aderire in 10. Ricordiamo che siamo ciclisti amatori ma soprattutto mariti, padri, lavoratori e credeteci se vi diciamo che 10 persone per il nostro gruppo, è un bel numero per una trasferta.

Non dimentichiamoci che non essendo Bormio dietro l’angolo, l’organizzazione includeva pernottamenti in una struttura ben attrezzata per ospitare gruppi dotati di biciclette, potendo garantire locali adibiti a garage, ristori finali e quant’altro.

4 tra noi hanno persino scelto l’opzione dell’acclimatamento preventivo, salendo già a metà settimana e aggiungendo al già impegnativo tour della domenica, qualcuno tra i passi più famosi e storici del ciclismo italiano: Gavia e Mortirolo. (Cogliamo per complimentarci con “il nonno” e i suoi nipoti).

Domenica si parte di buon mattino per evitare il grande traffico di moto e auto che bersagliano il passo dello Stelvio da entrambe i versanti.

Il giro prevede partenza da Bormio con attacco immediato ai 42 tornanti (21,5Km di salita con pendenza media 7,1% e massima 11%) che ci porteranno a -3Km dalla vetta del passo scollinando in Svizzera attraverso il Passo Umbrail, discesa secca lungo la stretta Val Monastero (Val Munstertal), rientro in Italia attraverso la Val Venosta puntando i  48 tornanti (25Km di salita – pendenza media 7.2% – massima 14%) da Prato allo Stelvio, passando dalla località Trafoi prima e poi risalendo sua maestà lo Stelvio. 

Da lì poi è tutta discesa per rientrare a Bormio.

Il gruppo rimane compatto fino all’Umbrail pass, dove i nostri 4 moschettieri scalatori decidono di non farsi mancare la salita in tutti i suoi km, per poi ridiscendere e raggiungerci.

La giornata ci concede un clima perfetto, fresco al punto giusto al mattino per salire senza soffrire il caldo nemmeno in bassa valle e nemmeno una nuvola. Il parco Naturale regala scorci di panorami protagonisti della grande guerra davvero unici e suggestivi.

Il primo versante è fatto! Tanta soddisfazione di tutti, foto di rito e, indossata la mantellina antivento, si punta il manubrio verso la Svizzera.

La discesa dall’Umbrail è lunga, il primo pezzo molto stretto non concede errori e sbavature, la strada poi piano piano diventa più larga, soprattutto dopo l’abitato di S.Maria, ma si scende con prudenza perchè il traffico aumenta.

Ci imbattiamo in una coppia di turisti francesi, caso vuole che riconoscano il nostro sponsor (Krumiri Storici del Monferrato) e tra una chiacchiera e l’altra al semaforo ci dicono che conoscono bene il Monferrato perchè ogni anno si recano a Moncalvo (AT) per un periodo di ferie. Davvero piccolo il mondo.

Arriviamo con un buon ritmo, senza esagerare (che la via è ancora lunga) a Prato allo Stelvio all’ora di pranzo e qui che siamo ad una altitudine non eccessiva (918 metri) inizia a far caldo. La salita da subito e per 8km non perdona e le pendenze che portano a Trafoi si fanno sentire sulle gambe. La compatta e un buon rapporto aiutano ad abbandonare i primi chilometri. Su questa salita il gruppo si allunga, chi si ferma per mangiare e bere, chi fa soste regolari per accedere alle fontanelle e chi accusa qualche dolore di troppo e deve sganciare il pedale con maggior frequenza.

Due cose accomunano tutti, il conto alla rovescia ad ogni singolo tornante numerato… e una sensazione mista di incredulità ed emozione nel trovarsi a pedalare uno dei passi storici del ciclismo mondiale, sensazione questa che i ciclisti conoscono bene: “fatico, soffro, eppure non mollo. Sono qui a stringere i denti, a spingere sui pedali, patisco ora il caldo ora il freddo (dipende se il sole si fa coprire dalle nuvole o meno) ma là in cima ci arrivo.” 

Gli ultimi 10 km sono spettacolari, dopo la curva verso destra all’altezza del Ristorante Rocca Bianca, si apre uno scorcio della valle sull’Ortler, con 32 tornanti tutti a vita, fino in cima, è come se stesse lì a dirti “ecco cosa ti aspetta caro mio, hai voluto la bici, ora pedala!”.

Inutile dire che i km nelle gambe anche se non sono eccessivi, si fanno sentire, il traffico è davvero molto sia di auto che di moto. Ma la salita, che non concede respiro fino agli ultimi 10 metri, con un groppo in gola e un sorriso in volto ad un tratto finisce. 

In cima fa freddo, non dimentichiamoci che lo Stelvio è uno dei passi più alti d’Europa con i suoi 2757mt., ma questo non ci impedisce di assaporare la soddisfazione di aver fatto quello che abbiamo fatto.

Oltre alle foto, ci togliamo lo sfizio di ristorarci prima di affrontare la discesa che ci ha riportato a Bormio, una discesa da assaporare, e certamente a cui prestare attenzione a causa del grande traffico.

Stacchiamo i pedali chiudendo un giro di poco più di 100km di lunghezza, 3500metri di dislivello, ma soprattutto con la consapevolezza e la felicità di esserci goduti fino all’ultimo sforzo una giornata stupenda in ottima compagnia.

In albergo ci aspetta una doccia e moglie e figli per qualcuno con cui condividere certamente i racconti di una esperienza magnifica; dopo aver portato a termine le fasi finali di caricamento ed organizzazione bagagli per affrontare il rientro in auto, non poteva mancare un brindisi finale alla splendida stronzata, pensata, organizzata, vissuta con l’augurio di compierne altre 100 così

Grazie a tutti i partecipanti del TEAM  EFFEBIKE.

57 risposte a “La minchiata 2020”

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